Nel cuore dell’arte, si può dire, da sempre. Dai colori, dai profumi e dalle atmosfere friulane fino ad oggi nei paesaggi post-industriali della Valbormida: una `full immersion’ di cui ha sofferto e gustato la solitudine e il più profondo appagamento, un legame intenso al punto di richiamare alla mente, mi si passi l’azzardo, il dantesco sposalizio tra Francesco e madonna Povertà. Una fedeltà esclusiva all’arte: mai un tradimento, mai un affievolimento della dedizione. Come scrive Carlo Munari: “Pascoli è un artista che ha elaborato il suo linguaggio in solitaria meditazione, appartato nel suo atelier da dove di tanto in tanto è sortito per ordinare alcune mostre personali... al fine di dialogare con il pubblico colto, di misurare le reazioni e cogliere motivati giudizi. Un artista dunque del tutto estraneo ai clamori pubblicitari e alle lusinghe mondane e, per contro, sempre rivolto a cercare nella propria interiorità le ragioni del suo operare”.
Arturo Ivaldi